ManoMano.it finalmente una pubblicità ironica in Italia
Già tempo fa vi parlai della difficoltà tutta nostrana, nel riuscire ad essere ilari negli spot televisivi nazionali. Tutte le nostre pubblicità giocano ( o giocavano ) su battute o sketch con una comicità studiata e ponderata, mai troppo offensiva, mai troppo nuda e cruda.
Pensiamo ad esempio allo spot Buondì Motta di cui ho parlato in un articolo nel mio blog, di sicuro impatto, a tratti comico ma soprattutto scenico, eppure forse lo spot più simile ad una comicità tutta British, ironia famosa all’estero ma completamente assente qui da noi.
E poi escono loro: ManoMano.it, un sito, forse uno dei tanti, sicuramente un servizio che non è mancante nel ventaglio di internet per la rivendita di “aggeggi per cose da bucare” o “cose da riparare” [cit.] , ma lo fanno innanzi tutto differenziando quella che è la loro pubblicità, utilizzando quello che in gergo tecnico chiamiamo linguaggio, parlando direttamente alla pancia della loro clientela con un espressività lessicale diversa, originale e soprattutto tremendamente in linea con la cultura popolare odierna.
Si, cultura popolare odierna! Ovvero quella ironia di cui oggi siamo capaci di apprezzarne le sfaccettature, mentre prima, i nostri genitori ( anni 80/90 ) non ne erano capaci ed ancora oggi non lo sono. E’ l’ironia televisiva che il Trio Lopez, sperimentava 40 anni fà, ironia che Aldo, Giovanni e Giacomo, misero in scena nei lontani anni 90 con i loro film cult, e che oggi i The Jackal e tanti altri stanno sfruttando per strappare una risata attraverso social e tv.
In altre parole sto parlando della de-romanticizzazione dello stereotipo dello spettatore medio, un passaggio che vedeva inizialmente il preconcetto di non prendere mai in giro il telespettatore durante uno spot televisivo promozionale, ma ritenerlo sempre capace ed intelligente, seppur velatamente, fino ad oggi in cui segnali di cambiamenti di tendenza sembrano proprio essere sperimentati prima ed applicati ora, nel convincere lo spettatore proprio ironizzandoci su.
Se ieri, la tv presentava lo “stupido” come un personaggio che non ci assomigliava, ma era appunto l’icona di cui ridere, oggi lo “stupido” è diventato la rappresentazione di noi stessi, ci immedesimiamo in esso e ridiamo dei nostri errori. Caso comico emblematico è la comicità di Paolo Villaggio: riso e amato da più generazioni, ma capaci di ridere con lui in modi differenti, dai più anziani che ripensando alla comicità di Alvaro Vitali alias Pierino, ovvero un soggetto comico inusuale da cui non prendere esempio ma di cui ridere, i giovani di oggi, perché era la fotografia nuda e cruda dello stereotipo italiano in cui riscoprirsi nel bene o nel male.
La comicità televisiva ad oggi è cambiata, ripensiamo ai programmi più in voga da quando eravamo bambini partendo da Drive In, L’ottavo nano, Mai dire Goal, Zelig, e forse ad oggi Propaganda Live con la loro comicità pungente basata proprio sulle deficienze via social. Seppure sempre con garbo, notiamo comunque un crescendo di ilarità cruda e diretta che ci ha educati “a prenderci in giro” a ridere di noi stessi, a vaccinarci se possiamo usare questo termine, dal cliché culturale pubblicitario imposto da Carosello, in cui la regola era appunto sempre il binomio tra prodotto da non scegliere descritto con ironia, e la scelta giusta, enfatizzato con le migliori parole e complimenti.
In altre parole si è passati dal “prendere in giro” al prendersi in giro”. Ma non è forse questo un segno di maturità da parte di una cultura?
Ci son dovuti arrivare per primi i nostri cugini francesi con il sito ManoMano per irrompere nel mercato con un ironia simile, ma lo hanno fatto consci che il terreno era predisposto ad ascoltare, capendo che vi era una modalità pubblicitaria ancora vergine attraverso la quale potevano differenziarsi dalla competitività, hanno in pratica innestato quell’ironia che Macio Capatonda aveva promosso in Italia qualche anno fà, con i finti spot di Piccol, con un prodotto di tutto rispetto. ed essendo forse i primi ad averci investito seriamente si prendono anche il merito ed il riconoscimento.
Ora spero che qualcuno proponga anche la comicità delle Doritos americane… sappiate che lo spot di Rocco Siffredi e delle San Carlo ha saputo si fare breccia, ma il taglio doritos ancora manca ;-).
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